Zucchero integrale: quale scegliere?


Una delle domande che mi vengono poste più spesso è quella sul tipo di zucchero da utilizzare: bianco o di canna?
Si è portati a credere lo zucchero di canna sia meno raffinato e calorico rispetto allo zucchero bianco, ma non è così!
Come suggerisce il nome, lo zucchero di canna viene prodotto a partire dalla canna da zucchero, mentre quello bianco deriva o dalla barbabietola o dalla canna. Entrambi contengono saccarosio, apportano la stessa quantità di calorie e sono pressoché privi di sostanze nutritive. Da un punto di vista nutrizionale quindi, consumare zucchero bianco o di canna è assolutamente equivalente.
Lo zucchero di canna infatti, diversamente da quello che si pensa, non è uno zucchero integrale, ma viene sottoposto anch'esso a processi di raffinazione.
Gli zuccheri di canna veramente integrali sono il panela e il muscovado (o mascobado), purtroppo poco conosciuti e pochi diffusi in Italia.
Il panela è prodotto in America Latina e viene estratto dalla canna da zucchero con un processo esclusivamente manuale, gestito spesso a livello familiare. Il succo della canna viene portato a ebollizione ed evaporazione per ottenere una melassa che successivamente raffreddandosi cristallizza.
Il muscovado invece è un prodotto tipico delle Filippine, più scuro, granuloso e appiccicoso rispetto agli altri zuccheri di canna grazie alla maggiore presenza di melassa.
Mentre il panela ha un aroma che ricorda il miele, il muscovado ha uno spiccato retrogusto di liquirizia, ma entrambi contengono vitamine e sali minerali (fosforo, potassio, calcio, magnesio, ferro) presenti nella melassa che viene invece rimossa nei prodotti raffinati.
Ridurre al minimo il consumo di zucchero rimane la raccomandazione principale per evitare sovrappeso e diabete, ma se proprio non possiamo farne a meno, meglio scegliere una tipologia non raffinata come appunto il panela e il muscovado.

Surimi? No grazie!


Il surimi sembra un prodotto fresco, veloce e leggero, ottimo per piatti semplici ma invitanti. Quanti sanno però cosa contiene veramente?
Nasce come prodotto legato alla tradizione giapponese e qui in Italia originariamente veniva ottenuto dall'utilizzo del merluzzo Alaska pollack, mentre ora entrano nella preparazione varie tipologie di pesce dalla difficile identificazione, come suri, carpa asiatica e sgombro di Atka.
Le difficoltà nell'identificazione sono legate al fatto che nel surimi vengono impiegati scarti e ritagli di pesce che poi vengono triturati, compressi e addizionati con altre sostanze e aromi.
Nell'immaginario collettivo questo prodotto è costituito da polpa di granchio, ma di questo non ce ne è praticamente neanche l'ombra. Sono la forma data alla carne di pesce macinata e le sostanze additive che fanno volutamente assomigliare il surimi alla polpa di granchio. 
In percentuale, nel prodotto finito, il pesce (o meglio gli scarti del pesce) è presente al 30-40%, per il resto troviamo fecola di patate o altri farinacei, olio di colza o di palma, albume d'uovo, spezie e aromi vari, glutammato monosodico ed altri esaltatori di sapidità. Il contenuto di proteine risulta anche piuttosto basso, intorno al 7%.
Meglio quindi un'insalata di mare con prodotti freschi o pesce azzurro, sicuramente più sano, più nutriente ed anche più economico!