Maggior rischio di insufficienza cardiaca per le donne che seguono una dieta ad alto contenuto di proteine


Quasi quotidianamente siamo bombardati da messaggi pubblicitari che promettono risultati miracolosi seguendo diete ricche di proteine in quanto aumentano il metabolismo e favoriscono la perdita di peso.
Gli effetti pericolosi per la salute di questi regimi alimentari sono decisamente noti, ma nonostante questo c'è ancora chi preferisce seguire delle scorciatoie o affidarsi a figure non professionali per ottenere risultati nel minor tempo possibile, senza preoccuparsi delle conseguenze.
Circa un anno fa lo IARC, cioè l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, metteva in guardia dal consumo eccessivo di proteine di origine animale in quanto associate a una maggiore probabilità di sviluppare il cancro. Gli studi scientifici che lo dimostrano sono innumerevoli, così come quelli che indicano un maggior rischio di malattie cardiovascolari per chi assume elevate quantità di alimenti di origine animale. Questi infatti sono ricchi di grassi insaturi e di colesterolo che hanno conseguenze dannose per la salute.
Uno studio recente suggerisce che per le donne anziane una dieta ricca di proteine ​​può essere particolarmente pericolosa aumentando il rischio di insufficienza cardiaca, soprattutto se la maggior parte delle proteine assunte con la dieta proviene dalla carne.
L'insufficienza cardiaca si verifica quando il cuore non è più in grado di pompare sangue a sufficienza per supportare gli altri organi.
Ormai è noto che una dieta ricca di grassi, colesterolo e sodio aumenta il rischio di insufficienza cardiaca, ma secondo lo studio condotto dal Dr. Mohamad Firas Barbour e colleghi del Brown University Memorial Hospital di Rhode Island, una dieta ricca di proteine può essere altrettanto dannosa. I risultati di questa ricerca sono stati presentati recentemente all'American Heart Association Scientific Sessions 2016, tenutosi a New Orleans, LA.
I ricercatori sono giunti alle loro conclusioni analizzando i dati di 103.878 donne di età compresa tra 50-79 anni in post-menopausa che facevano parte dell' iniziativa di salute delle donne (Women's Health Initiative).
Come parte dello studio, le partecipanti hanno compilato un questionario di frequenza alimentare che riportava la loro assunzione giornaliera di circa 125 diversi prodotti alimentari tra il 1993 e il 1998. I ricercatori hanno esaminato l'apporto proteico giornaliero totale dei soggetti, così come la quantità di proteine provenienti da fonti animali e vegetali.
Dal momento che i dati dietetici provenienti dai questionari potevano essere imprecisi, sono stati valutati anche dei biomarcatori per ottenere un'indicazione più affidabile sull'assunzione di proteine ​​da parte delle partecipanti. 
All'epoca dello studio, nessuna donna era affetta da insufficienza cardiaca e lo sviluppo di questa patologia è stato monitorato fino al 2005.
I risultati della ricerca indicano che 1.711 donne partecipanti allo studio hanno sviluppato insufficienza cardiaca.
Rispetto alle donne che hanno assunto bassi livelli di proteine, coloro che hanno avuto un apporto totale di proteine ​​più elevato sono risultate essere molto più a rischio di insufficienza cardiaca. Il rischio inoltre era maggiore tra le donne che avevano assunto la maggior parte delle proteine ​​dalla carne.

Sebbene questi risultati debbano essere interpretati con cautela e siano necessarie ulteriori ricerche, tuttavia rafforzano le evidenze che suggeriscono di moderare il consumo di proteine animali, sostituendole con quelle vegetali (contenute per esempio nei legumi), per ridurre il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e tumorali.