Alimenti gluten-free: cosa c'è dentro?


La celiachia è una malattia autoimmune che nei paesi occidentali colpisce l'1% della popolazione. Spesso viene confusa con un'intolleranza alimentare, ma in realtà si tratta di una vera e propria patologia provocata dall'ingestione di glutine in individui geneticamente predisposti. Il danno alla mucosa intestinale che ne deriva può essere più o meno grave e causare malassorbimento di vitamine e sali minerali nonché un'eccessiva perdita di peso.
L'unica terapia possibile per chi è affetto da celiachia consiste in una dieta priva di glutine da seguire per tutta la vita.
Dal momento che il glutine costituisce la parte proteica di alcuni cereali, tra cui il frumento, le scelte alimentari di un celiaco cadono tra cibi naturalmente privi di glutine e prodotti industriali specificamente formulati.
Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento della richiesta dei prodotti senza glutine, non solo perché il numero delle diagnosi di celiachia è aumentato (in Italia 148.662 nel 2012, 12.862 in più rispetto all’anno precedente), ma anche per la convinzione del consumatore non celiaco che un'alimentazione priva di glutine sia più salutare e faciliti la perdita di peso. Così ad oggi, il numero di chi consuma i cosiddetti prodotti gluten-free (senza glutine) supera quello dei pazienti celiaci, incrementando un mercato che negli Stati Uniti registra un volume d'affari di 2,3 miliardi di dollari.
Ma i prodotti senza glutine sono davvero così salutari?
In realtà sono pochi gli studi che hanno condotto un'analisi comparativa della composizione nutrizionale dei prodotti con e senza glutine. Il più recente è stato eseguito nel 2014 in Spagna e ha analizzato le etichette nutrizionali di 206 prodotti industriali senza glutine e di 289 cibi equivalenti contenenti glutine. Prendendo in esame le categorie di pane e pasta, i risultati hanno mostrato un minor contenuto di proteine e fibra e un maggior contenuto di sodio e di lipidi, in particolare grassi saturi e colesterolo, nei prodotti senza glutine rispetto a quelli convenzionali.
La differente qualità nutrizionale si riflette in un'alterazione dell'assunzione di nutrienti in un campione di 58 persone (46 donne e 12 uomini) affette da celiachia che hanno seguito una dieta senza glutine. Gli autori dello studio hanno osservato una diminuzione dell'apporto proteico nelle donne, un aumento dell'assunzione di grassi saturi e una riduzione di fibra nell'intero campione analizzato.
Secondo un altro studio, questa volta italiano, l'esame di 60 prodotti senza glutine ha evidenziato livelli considerevolmente più bassi di potassio, fosforo, calcio, ferro, zinco e vitamine del gruppo B rispetto ai prodotti convenzionali, mentre solo 14 dei 60 prodotti considerati possono essere classificati come “cibi a basso contenuto di sodio”.
La differente composizione nutrizionale riscontrata nei prodotti commerciali gluten-free può essere spiegata dalle esigenze delle tecnologie di produzione. I cibi industriali per celiaci sono preparati a partire da cereali naturalmente privi di glutine o da cereali ai quali la frazione proteica rappresentata dal glutine è stata rimossa. Questo spiega il minor contenuto di proteine che si riscontra nei prodotti gluten-free. L'incremento della quota lipidica e del sodio invece è da attribuire all'impiego di ingredienti a base di grassi animali o vegetali e sale allo scopo di migliorare la lavorabilità e la palatabilità di tali alimenti che privati del glutine risultano essere di difficile lavorazione e poco appetibili.
Alla luce di queste considerazioni non sarebbe giustificabile il consumo di prodotti commerciali gluten-free da persone sane sulla base della loro maggiore salubrità, ma anzi la scelta dovrebbe ricadere su alimenti naturalmente privi di glutine in cui l'apporto lipidico è ridotto.
Poiché alimenti destinati a scopi medici devono garantire la stessa qualità nutrizionale degli alimenti convenzionali, sarebbe auspicabile l'impiego da parte delle industrie alimentari di ingredienti ricchi di nutrienti, come le farine derivate da legumi o da pseudocereali quali grano saraceno, quinoa e amaranto. Essendo questi ottime fonti di calcio, fosforo, magnesio, zinco e ferro, dovrebbero essere preferiti anche nel consumo quotidiano in alternativa ai tradizionali cereali consentiti ai celiaci come mais e riso.


Dott.ssa Chiara Ferretti

Buoni propositi

Eccoci qui, al rientro dalle vacanze, pronti a immergerci nuovamente nei ritmi frenetici della vita quotidiana e, quasi sicuramente, armati dei migliori propositi per rimetterci in forma dopo l'estate. 
Tra questi, l'intenzione di intraprendere una dieta dimagrante e di praticare attività sportiva.
Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia importante evitare di affidarsi a diete fai da te, magari prese da internet, che nella maggior parte dei casi propongono regimi alimentari squilibrati ed eccessivamente restrittivi o promettono risultati sorprendenti grazie ad alimenti miracolosi o, peggio ancora, prodotti commerciali di dubbia efficacia e sicurezza. Oltre a provocare rischi per la salute, possono influenzare negativamente la prestazione sportiva.
Meglio affidarsi ad un professionista, che saprà consigliare il regime alimentare da seguire per raggiungere i propri obiettivi.
Dal mio punto di vista non ci sono dubbi, la dieta mediterranea rappresenta il riferimento d'eccellenza per garantire il mantenimento di un buono stato di salute e il rifornimento di nutrienti, sali minerali e vitamine necessari per l'attività fisica.
Ovviamente, in base all'età, al sesso e al tipo di sport praticato, è opportuno variare la propria alimentazione e proprio per questo il supporto di un esperto diventa fondamentale!
Per scoprire tutti i benefici di un regime alimentare equilibrato e sfatare i falsi miti che circolano in rete e tra i vari media, non esitate a contattarmi!
Nel frattempo, buon rientro a tutti!


Albicocche contro il caldo!

Finalmente è estate, le vacanze si avvicinano, e con il caldo afoso di queste giornate chi di noi non vorrebbe già essere su una spiaggia a godersi il mare o in montagna a fare lunghe passeggiate, magari tra sentieri ombreggiati che offrono un po' di frescura? Per i più fortunati tutto ciò è già realtà, mentre chi come me aspetta agosto per le ferie, al momento si accontenta dei weekend per trovare un po' di sollievo dalle torride temperature!
Ovunque voi siate e qualunque sia la meta del vostro fine settimana forse potrete sfuggire all'afa, ma non all'azione dei raggi solari, che come sapete apportano molti benefici, ma possono essere anche dannosi per la nostra pelle e la nostra salute se non prendiamo le giuste precauzioni.
Se è importante agire dall'esterno con l'utilizzo delle creme solari, altrettanto lo è agire dall'interno scegliendo alimenti che aiutano a proteggersi dall'azione dei radicali liberi grazie al loro potere antiossidante.
Ovviamente la natura ci viene in soccorso, in quanto frutta e verdura di stagione sono ricche di questa proprietà, ma oggi in particolare voglio parlarvi delle albicocche. Ne esistono molte varietà e l'equilibrio tra il dolce e l'acidulo rende questo frutto inconfondibile.
A livello nutrizionale l'albicocca vanta un elevato contenuto in potassio e carotene, maggiore di qualsiasi altro frutto! Il potassio è fondamentale per la regolazione del bilancio idrico, la conduzione degli impulsi nervosi, la contrazione muscolare e il mantenimento di un normale ritmo cardiaco. Il carotene invece è la sostanza utilizzata dal nostro organismo per produrre vitamina A, necessaria per l'integrità e la salute di pelle e mucose, ma anche per la vista! Le albicocche quindi ci aiutano a mantenere giovane la pelle contrastando l'azione dei raggi solari che ne determinerebbero l'invecchiamento. 
Una curiosità: questo frutto può essere d'aiuto per combattere la stitichezza grazie al contenuto in sorbitolo, uno zucchero ad azione lassativa.
Per sfruttare al massimo le proprietà benefiche delle albicocche ricordate di sceglierle ben mature e di consumarle nel giro di un paio di giorni, in quanto facilmente deperibili. 2-3 albicocche al termine del pasto, o come spuntino, costituiscono un toccasana per la nostra salute in queste giornate caldissime aiutandoci a reintegrare le perdite di acqua e sali minerali. Se non le avete in casa correte a fare la spesa, ne avrete bisogno viste le temperature di questo Luglio!


L'altra faccia dell'ortica

Tutti noi conosciamo l'ortica (urtica dioica) per le sue proprietà irritanti ed urticanti, caratteristiche dei peli che ne ricoprono fusto e foglie.
Se abbiamo però la curiosità di indagare un po' più a fondo, scopriremo che in realtà l'ortica è molto importante sotto il profilo nutrizionale e in questo post voglio raccontarvi il perché. 
Innanzitutto è notevole il suo contenuto in calcio, il che rende l'ortica un ottimo alimento utile soprattutto per chi soffre di carenze di questo elemento e per le donne in menopausa. Anche l'apporto di ferro è considerevole, così come quello di fosforo, potassio, vitamina A e vitamina C. Da integrare nella propria alimentazione se soffriamo di anemie e per fare il pieno di antiossidanti naturali! La sua ricchezza in minerali e vitamine le conferisce un potere depurativo, disintossicante e antinfiammatorio. 
Si dimostra utile anche per chi vuole rinforzare unghie e capelli, essendo ricca di zinco.
Bisogna sapere che il potere urticante dell'ortica svanisce una volta cotta o essiccata, perciò niente paura!
L'unica accortezza è quella di proteggersi con dei guanti per raccoglierla, dopodiché si possono far bollire in acqua le foglie per qualche minuto ed utilizzarle per la preparazione di risotti, minestre, zuppe e frittate.
Questa è la stagione giusta per consumarla e sfruttarne i benefici, quindi...provate!

L'importanza delle fibre


La fibra alimentare è una componente fondamentale della nostra dieta. Appartiene al gruppo dei carboidrati, ma è priva di valore nutrizionale  per l'uomo. Il nostro organismo infatti non è in grado di digerirla ed assorbirla, quindi la fibra attraversa pressoché intatta l'apparato digerente.
I benefici derivanti dal consumo quotidiano di fibra sono molteplici e la rendono quindi fondamentale per una sana e corretta alimentazione.
I cibi maggiormente ricchi di fibra sono rappresentati da frutta, verdura, legumi e cereali, soprattutto quelli integrali. L'assunzione di questi alimenti consente di raggiungere più facilmente il senso di sazietà perché costringono a una lunga masticazione che provoca una salivazione abbondante, una maggior secrezione gastrica e una notevole distensione delle pareti gastriche. Inoltre, a parità di volume di altri cibi, l'apporto calorico che forniscono i vegetali ricchi di fibra è trascurabile, e si rendono quindi indispensabili non solo per prevenire il sovrappeso e l'obesità, ma anche per un maggiore successo delle diete dimagranti.
Tra le funzioni principali della fibra alimentare c'è anche quella di contribuire a regolarizzare la funzionalità intestinale. La fibra infatti assorbe acqua facendo aumentare il volume del materiale alimentare che procede lungo il tratto intestinale, favorendo così la peristalsi e l'eliminazione delle scorie. 
Un ulteriore beneficio che viene da un alimentazione ricca di fibre consiste nella loro capacità di ridurre l'assorbimento di zuccheri, lipidi e colesterolo, prevenendo così l'insorgenza di disturbi cardiovascolari. 

Fermiamo il TTIP

Il post di oggi è dedicato ad una questione che mi sta molto a cuore e di cui forse non si sente parlare abbastanza, ovvero il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). Si tratta di un trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti che in teoria dovrebbe garantire vantaggi ed agevolazioni commerciali, quali ad esempio l'abolizione dei dazi sui prodotti importati negli Stati Uniti. Il prezzo però che dovrebbe pagare l'Europa consiste nell'adeguare la normativa sugli OGM, sull'uso di pesticidi ed ormoni e sull'etichettatura dei prodotti, minacciando quindi la sicurezza alimentare e i diritti dei cittadini. Tutto ciò per difendere gli interessi del mercato e delle multinazionali. Non possiamo permettere che ciò accada, anche perché l'Italia ha una delle migliori normative al mondo per quanto riguarda la sicurezza alimentare.
Vi invito perciò a firmare una petizione, promossa da Greenpeace, per bloccare il TTIP e salvaguardare la nostra salute e quella del pianeta. Ricordate, suolo sano, cibo sano, popolazione sana!
Per chi vuole approfondire e vederci chiaro segnalo un'interessantissima puntata di Report andata in onda qualche mese fa. 

Una delizia primaverile

Forse non tutti sanno che nell'antichità l'asparago veniva utilizzato solamente come pianta medicinale. Oggi invece, per il suo sapore delicato e gradevole viene ampiamente utilizzato in cucina, soprattutto per la preparazione di piatti raffinati. Le virtù di questo ortaggio non si fermano però alla sua versatilità in cucina che permette di realizzare pietanze molto gustose, ma è utilissimo per assumere sostanze preziose per il nostro organismo e per la nostra salute. L'asparago infatti è dotato proprietà diuretiche grazie all'elevato contenuto in acqua, che facilita l'eliminazione di liquidi in eccesso e di scorie prodotte dal metabolismo. Il contenuto di proteine e zuccheri in questo ortaggio primaverile è modesto, mentre quello dei grassi irrilevante. 
Gli asparagi sono invece ricchi di potassio, fosforo e magnesio, minerali importantissimi per il nostro organismo, ed hanno un buon contenuto di antiossidanti, di provitamina A, vitamina B6 ed acido folico.
Rispetto ad altri ortaggi, l'asparago è più ricco di fibra, perciò può essere utilizzato nelle diete dimagranti per aumentare il senso di sazietà e per favorire la regolarizzazione dell'intestino.
L'odore caratteristico conferito alle urine è dovuto alla presenza di asparagina, priva di proprietà nutritive.
L'unica controindicazione al consumo di questo gustoso ortaggio riguarda chi soffre di calcolosi di natura ossalica o di eccesso di acidi urici in quanto l'asparago è ricco di ossalati e di purine.
Per quanto riguarda l'alimentazione dei bambini è consigliabile introdurlo dopo i 3 anni di età.
La conservazione degli asparagi a temperatura ambiente è di 1 giorno, mentre in frigorifero si mantiene da 3 a 7 giorni.

A Pasqua ho esagerato e adesso?


Alla fine è arrivata e passata anche la Pasqua e sicuramente non ci siamo tirati indietro davanti a tutte le pizze rustiche, al formaggio, salami, colombe, uova e chi più ne ha più ne metta!
Come sempre sostengo e dico ai miei pazienti, non è giusto rinunciare in queste occasioni al piacere della tavola, alla convivialità e alla condivisione, ma successivamente è bene correre ai ripari!
E allora, nei giorni che seguono Pasqua e Pasquetta, vada per una fetta di colomba a colazione, ma dimentichiamoci formaggi, salami e insaccati vari che non fanno altro che affaticare il nostro fegato apportando un eccesso di calorie e di grassi che non fa bene né alla linea né alla salute.
Via libera invece al consumo di frutta e verdura che sono ricche di antiossidanti e vitamine e aiutano a depurarci dalle scorie accumulate. Ottimi a questo scopo sono per esempio i carciofi! Anche zuppe e minestre di legumi ci danno mano (tanto più che fa ancora un po' freddo e possono essere quindi piacevoli e gratificanti) insieme ai cereali non raffinati. Preferiamo alla carne il pesce, meglio se al cartoccio per ridurre i condimenti ed esaltarne il gusto. Sì alle tisane e agli infusi per aiutare l'organismo a disintossicarsi e a ridurre la sensazione di gonfiore.
E infine, ma non meno importante, cerchiamo di muoverci un po' di più, facciamo passeggiate, andiamo a piedi anziché usare l'auto, facciamo le scale invece di usare l'ascensore. Vi sentirete meglio e il vostro corpo vi ringrazierà, provare per credere!

La spesa di Aprile!

Cosa ci offre la stagione? Per rispondere a questa domanda vi ho preparato l'elenco di frutta e verdura che potete trovare al mercato nel mese di Aprile! Ricordate che consumare prodotti di stagione permette di apprezzare e godere delle proprietà nutrizionali ed organolettiche migliori, costituisce un risparmio per le nostre tasche e dà una mano all'ambiente. Quindi...fate la scelta giusta!!!

Quello che non sapete sul kiwi!


Se pensavate che a detenere il primato di contenuto di vitamina C fossero gli agrumi vi sbagliate! Il kiwi li supera di parecchio. Pompelmo, limone e arancia contengono tra 40 e 50 mg di vitamina C per 100 g di prodotto, mentre il kiwi ben 85 mg!
Questo frutto è originario della Cina e del Giappone e il suo arrivo in Europa risale al 1800. Il nome viene dalla Nuova Zelanda, paese che agli inizi del 1900 ne iniziò la coltivazione, e in particolare dal kiwifruit, il tipico uccello di questa nazione. 
Ritornando alle proprietà del kiwi, è sufficiente consumare un frutto al giorno per assumere la dose giornaliera raccomandata di vitamina C. L'80% del peso è costituito da acqua e l'11% da zuccheri. Il kiwi svolge un'azione dissetante, depurativa, rinfrescante e diuretica. Contiene quantità apprezzabili di calcio, magnesio, potassio e fosforo. Essendo inoltre ricco di fibra, contribuisce a migliorare la funzionalità intestinale se assunto con regolarità.
Può essere consumato dai diabetici, mentre per i bambini si raccomanda di introdurlo nell'alimentazione solo dopo il primo anno di età in quanto potrebbe scatenare fenomeni allergici.
Il kiwi si conserva in frigorifero per 30 giorni oppure a temperatura ambiente per 10-15 giorni. Per accelerarne la maturazione mettetelo nel cesto della frutta insieme a mele e pere!

Primavera...che stanchezza!

Anche se dal meteo non si direbbe, la primavera ormai è arrivata e con lei quell'inevitabile senso di stanchezza e spossatezza che tutti, o quasi tutti, conosciamo.
Dal punto di vista biologico una spiegazione esiste ed è da ricercarsi nell'aumento delle ore di luce che agiscono sul nostro cervello influenzando i ritmi sonno-veglia. Proprio per tale motivo in questo periodo sentiamo la necessità di dormire di più. Il fenomeno quindi è del tutto normale e i sintomi dell'affaticamento, legati all'inizio della primavera, scompaiono da soli nel giro di qualche settimana.
L'alimentazione però, anche in questo caso, può venirci in aiuto per combattere e ridurre la stanchezza e ritrovare la giusta energia! Gli alimenti migliori da questo punto di vista sono frutta e verdura fresche, da consumare nella misura di 5 porzioni al giorno, che ci consentono di fare il pieno di sali minerali e vitamine! Non devono mai mancare cereali, meglio se integrali, e legumi, mentre è consigliabile preferire il pesce azzurro, ricco di Omega 3, alla carne. Per evitare di appesantire la digestione e il lavoro del fegato vanno ridotti i cibi ricchi di grassi e di zuccheri semplici, come creme, salse, bevande zuccherate, snack ipercalorici, formaggi e insaccati.
Un aiuto in più può venire dai probiotici, che stimolano il sistema immunitario, e da tisane e infusi disintossicanti e antiossidanti che aiutano a depurare il nostro organismo dalle scorie.
Da non dimenticare: bere circa 2 litri di acqua al giorno, magari con qualche goccia di limone e...BUONA PRIMAVERA A TUTTI!!!

ATTENTI AL SALE!

I dati sul consumo di sale nel nostro Paese sono allarmanti. Da uno studio effettuato dall'Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare emerge che l'assunzione di sodio nella popolazione italiana corrisponde a quella derivante da un consumo di sale pari a circa il doppio della quantità raccomandata dall'OMS, corrispondente a 5 grammi al giorno. 
Neanche chi dovrebbe regolarne l'assunzione per questioni di salute ha adottato misure adeguate: il 90% degli uomini e l'80% delle donne ipertese eccede infatti i livelli raccomandati.
Se vi state chiedendo quale sia l'importanza di moderare il consumo di sale, vi basti sapere che è ampiamente riconosciuto come un suo eccesso nell'alimentazione aumenti il rischio di patologie quali osteoporosi, malattie cardiovascolari  e tumori.
Cosa fare dunque per limitarne il consumo?
Da un lato le associazioni di categoria stanno facendo la loro parte impegnandosi a ridurre l'utilizzo del sale nella preparazioni di prodotti come il pane confezionato, la pasta fresca e i surgelati. 
Dall'altro dobbiamo essere noi stessi a controllare le etichette alimentari quando facciamo la spesa, scegliendo prodotti che non contengano sale aggiunto. Dobbiamo quindi verificare che non sia presente sodio, cloruro di sodio, fosfato monosodico, glutammato di sodio, benzoato di sodio, citrato di sodio.
Scegliamo poi di preparare il più possibile in casa i cibi che consumiamo, senza dover ricorrere a piatti industriali, sughi pronti o cibi in scatola. Limitiamo l'uso di salse o condimenti contenenti molto sodio e utilizziamo invece erbe e spezie che ci consentono di preparare pietanze gustose e appetitose riducendo l'aggiunta di sale.
Se nonostante queste accortezze il piatto vi risulti ancora insipido, aggiungete un pizzico di sale, ma che almeno sia iodato!

Il carciofo, un prezioso alleato per la salute!

Sarà che io ne sono particolarmente ghiotta, ma oggi voglio parlarvi di questo ortaggio straordinario, il carciofo, che potremo gustare ancora per un po' sulle nostre tavole!
Pochi sanno che l'introduzione della pianta di carciofo in Occidente avvenne grazie agli Arabi. In italia si diffuse intorno al XV secolo, ma non fu immediatamente apprezzato.
Col passare del tempo gli fu resa però giustizia, tanto che oggi sono note e riconosciute le sue proprietà organolettiche e culinarie.
I carciofi sono ricchi di acqua, costituiscono un'ottima fonte di potassio e sono quasi completamente privi di grassi. Per preservare il loro contenuto vitaminico è consigliabile consumarli crudi, conditi con olio e limone.
L'alto contenuto di fibre rende questo ortaggio particolarmente prezioso perché: aumenta il senso di sazietà, migliora le funzioni intestinali ed è importante per la prevenzione dei tumori dell'intestino, in quanto favorisce la diluizione e la più rapida eliminazione di eventuali sostanze cancerogene. Risulta utile anche per la riduzione del rischio di diabete e delle malattie cardiovascolari. La fibra alimentare infatti modula l'assorbimento degli zuccheri evitando un'innalzamento troppo elevato della glicemia dopo i pasti, e riduce i valori del colesterolo nel sangue grazie a diversi meccanismi biologici!
Infine il carciofo è un ottimo depurante grazie alla presenza di "cinarina", un principio attivo che favorisce la secrezione biliare e la diuresi.
I carciofi si conservano meglio crudi, a temperatura ambiente per 3 giorni o in frigorifero fino a 7 giorni. Una volta cotti è preferibile consumarli in breve tempo.
Per assicurarsi della loro freschezza all'acquisto, controlliamo che l'infiorescenza sia soda e piena, il peso elevato in relazione alle dimensioni, lo stelo turgido, la foglia verde intenso e le brattee carnose e serrate.
Allora che aspettate? Approfittate della stagione per integrare i carciofi nella vostra dieta! Sono ottimi per preparare gustose insalate o come condimento per pasta o riso!

PERICOLO ORMONI



Nonostante in Italia sia vietata la somministrazione di sostanze per favorire l'aumento ponderale degli animali negli allevamenti, il 15% dei campioni analizzati evidenzia una non conformità! Viene quindi praticata la somministrazione di anabolizzanti, ormoni e altri medicinali tossici e cancerogeni per aumentare la massa muscolare degli animali.
Un interessante articolo pubblicato su "il fatto alimentare" illustra quanto sia difficile identificare queste sostanze nel corpo degli animali. Se i controlli vengono infatti effettuati dopo la macellazione, il rischio è che non rimanga traccia della frode, perché ciò che viene somministrato illecitamente all'animale viene metabolizzato dal suo organismo. Questa è la ragione per cui molti dei controlli danno esiti negativi.
Fondamentale lo sviluppo di studi, alcuni già avviati, per la messa a punto di test in grado di consentire un monitoraggio serio ed affidabile delle carni che portiamo sulla nostra tavola.
Nel frattempo tutti dovremmo porci una domanda: quanto dovremmo aspettare prima che la salute e la sicurezza dei consumatori diventi prioritaria rispetto al raggiungimento dei profitti?
Quello che ognuno di noi può fare è informarsi e vigilare. Con il mio blog spero di fare anche questo e di essere d'aiuto a chiunque voglia saperne un po' di più riguardo a ciò che circonda l'immenso campo dell'alimentazione e della nutrizione!

PARLIAMO DI GRAVIDANZA!

A seguito delle tante richieste che ho ricevuto, ecco a voi uno schema che può essere d'aiuto alle #donne in #dolceattesa per gestire la propria #alimentazione in un momento così importante e delicato.

Non dimentichiamo che in #gravidanza non è assolutamente necessario mangiare per due, anzi. In realtà, l'aumento del fabbisogno calorico non è così elevato. 
Importantissimo invece è praticare #attivitàfisica, come #nuoto o #ginnastica dolce, oppure fare ogni giorno #passeggiate di almeno 30 minuti. Tutto questo aiuta a preservare il #tonomuscolare, a #nonaumentaredipeso, a mantenere l'#alvoregolare e a tenere alto l'#umore! 
Per maggiori informazioni o per avere una consulenza non esitate a contattarmi.

Iniziamo bene!


Dopo le abbuffate e i cibi ricchi di grassi consumati durante le feste natalizie ci ritroviamo probabilmente nel nuovo anno con qualche chilo in più! A risentire dell'alimentazione delle ultime settimane è anche il fegato, che risulterà un po' "affaticato" dal grande lavoro fatto per metabolizzare i cibi consumati. 
Niente paura! Il ritorno ad una dieta equilibrata ci aiuterà a ritrovare la forma fisica e la natura, con frutta e verdura stagionali, ci viene in aiuto per alleggerire il fegato ad migliorare i processi di eliminazione delle tossine accumulate.
Ecco gli alimenti che più favoriscono la depurazione del fegato:
  • Olio extravergine d'oliva
Oli spremuti a freddo come l'olio extravergine d'oliva, l'olio di semi di canapa e l'olio di semi di lino sono considerati benefici per il fegato, se utilizzati con moderazione, in quanto possono apportare una base lipidica in grado di incorporare una parte delle tossine presenti nell'organismo, alleggerendo il carico delle stesse sul fegato. 
  • Cereali integrali
I cereali integrali, con particolare riferimento al riso integrale, sono ricchi di vitamine del gruppo B, nutrienti noti per essere in grado di migliorare sia il metabolismo dei grassi che il funzionamento del fegato. Dal medesimo punto di vista, è preferibile scegliere prodotti alimenti preparati con farine integrali, piuttosto che con farine raffinate.
  • Broccoli e cavolfiori
Il consumo di broccoli e cavolfiori può contribuire all'incremento della presenza di glucosinolati, degli enzimi naturali considerati in grado di contribuire all'eliminazione da parte dell'organismo di tossine, anche cancerogene, diminuendo il nostro rischio di esposizione a malattie tumorali.
  • Cavoli
Come avviene nel caso dei broccoli e dei cavolfiori, il consumo di cavoli permette di stimolare l'attivazione degli enzimi più cruciali nella depurazione del fegato e nell'eliminazione delle tossine.
  • Barbabietole e carote
Entrambe estremamente ricche di flavonoidi e di betacarotene, le barbabietole e le carote aiutano a migliorare e a stimolare globalmente tutte le funzioni dell'organismo che contribuiscono alla depurazione del fegato.
  • Rucola e spinaci
Rucola e spinaci, ma anche cicoria e tarassaco e l'insieme degli ortaggi a foglia verde scuro, sono ricchi di clorofilla e contribuiscono a purificare il sangue dalle tossine, neutralizzando metalli pesanti e pesticidi e svolgendo allo stesso tempo un'azione di tipo protettivo nei confronti del fegato.
  • Asparagi
Studi recenti hanno rilevato come gli asparagi, con particolare riferimento alle loro foglie, siano da considerare un alimento utile alla protezione del fegato, con particolare riferimento al consumo eccessivo di alcol ed al loro prezioso contenuto di amminoacidi e sali minerali. Il consumo di asparagi può offrire un ottimo contributo nel facilitare la depurazione del fegato. 
  •  Aglio
Piccole quantità di aglio sono in grado di attivare quegli enzimi che a livello del fegato aiutano il corpo a liberarsi delle tossine. L'aglio presenta inoltre elevati quantitativi di selenio e allicina, due sostanze naturali che contribuiscono alla depurazione del fegato.
  •  Pompelmo
Ricco sia di vitamina C che di antiossidanti, il pompelmo è in grado di migliorare i naturali processi di depurazione del fegato. Un bicchiere di succo di pompelmo appena spremuto contribuisce ad incrementare la produzione di enzimi che favoriscono la disintossicazione del fegato e l'eliminazione delle tossine.
  •   Te' verde
Il tè verde rappresenta una delle bevande amiche del fegato, in quanto ricco di antiossidanti e di catechina, un componente noto per la propria capacità di contribuire al funzionamento generale del fegato.
  •   Avocado
L'avocado aiuta l'organismo a produrre il glutatione, un aminoacido solforato con funzione antiossidante utile per contrastare i danni provocati dai radicali liberi e necessario al fegato al dine di liberare l'organismo da pericolose tossine. Recenti studi hanno mostrato come un consumo regolare di avocado possa contribuire a migliorare la salute del fegato.
  •  Mele
Ricche di pectina, le mele contengono i componenti chimici necessari al nostro organismo per purificarsi e favorire l'eliminazione delle tossine dal tratto digestivo. Ciò rende più semplice per il fegato occuparsi del carico di tossine durante il processo di purificazione del nostro corpo.
  •   Limoni
I limoni presentano un contenuto elevato di vitamina C, che aiuta l'organismo a sintetizzare i materiali tossici in sostanze che possano essere assorbite dall'acqua ed in seguito eliminate dall'organismo. Bere del succo fresco di limone al mattino aiuta a stimolare il fegato.
  •  Noci
Le noci sono ricche di un aminoacido denominato arginina, che contribuisce ad aiutare il fegato a depurarsi e disintossicarsi, in particolare per quanto riguarda sostanze come l'ammoniaca. E' consigliabile masticare molto bene le noci prima di inghiottirle, in modo da favorire la loro digestione.
  •  Curcuma

La curcuma rappresenta la spezia da favorire per la depurazione del fegato. Essa può essere aggiunta per il condimento di pietanze a base di verdure o di legumi, per amplificarne gli effetti benefici. La curcuma assiste l'attività degli enzimi che contribuiscono attivamente all'eliminazione delle tossine, con particolare riferimento a sostanze dal potere cancerogeno.